In audizione in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome le associazioni chiedono il sostegno delle Regioni ai correttivi in sede di conversione del DL Economia e puntano alla definitiva eliminazione del payback nella Legge di Bilancio 2026
Roma, 29 luglio 2025 – Misure di mitigazione dell’impatto del payback per le piccole e piccolissime imprese: sospensione delle azioni esecutive in corso, dilazione dei pagamenti e accesso al Fondo di garanzia. Sono queste alcune delle richieste prioritarie che le associazioni Aforp–Associazione Fornitori Ospedalieri, Confimi Industria Sanità, Confindustria Dispositivi Medici e il Coordinamento Filiera, in audizione oggi in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, hanno chiesto di inserire nel percorso di conversione del Decreto-legge Economia 95/2025.
Più complesso il percorso per quanto riguarda la richiesta di stabilire una soglia di esenzione a 4 milioni per le piccole e medie imprese, depositata ufficialmente al Mef, ribadita unanimemente in tutte le sedi e che continua a essere una proposta senza aggravio sulla spesa pubblica.
“Siamo consapevoli della necessità di controllare la spesa pubblica per i dispositivi medici – dichiarano le Associazioni, che rappresentano oltre il 90% delle imprese soggette a payback – ma ciò non può avvenire a discapito della tenuta di migliaia di piccole aziende che assicurano ogni giorno forniture e servizi essenziali al Servizio Sanitario Nazionale. Perché il Decreto-legge 95/2025 rappresenti per tutte le aziende del settore un primo passo positivo, è necessario prevedere in fase di conversione misure immediate a tutela delle piccole e medie imprese, le più esposte all’impatto del payback, per evitare un danno sistemico alla filiera. Il confronto con Governo, Parlamento e Regioni deve continuare in modo costruttivo, con l’obiettivo di definire un modello di governance più equo, sostenibile e orientato al lungo periodo”.
Richiesta anche la disponibilità delle Regioni a inserire una compensazione sui versamenti IRAP per le aziende che avevano già pagato la quota di payback maggiorata, a seguito delle sentenze della Corte costituzionale del luglio 2024. Infine, le Associazioni hanno richiamato l’attenzione anche sul tema del payback 2019-2024, sollecitando la riconvocazione del tavolo istituzionale già a settembre per avviare un percorso di progressiva sterilizzazione della norma attraverso rifinanziamenti statali e un incremento dei tetti di spesa, che ne portino all’eliminazione definitiva in Legge di Bilancio 2026.
Fonte: Confindustria DM
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