Una vocazione sociale

Intervista a: Elena Vecchioni

  • Data 01 giugno 2023
Elena Vecchioni

Una vocazione sociale

Titolare di farmacia da vent’anni a Verona, Elena Vecchioni ha una vocazione sociale. Il suo motto e “la passione muove il mondo” e lo ha applicato al mondo della farmacia, impegnandosi nel valorizzare la figura del farmacista dal punto di vista sociale attraverso il volontariato nel mondo, ma anche diventando presidente di Federfarma Verona, incarico per il quale e appena stata rieletta.

 

Ci può raccontare cosa vuol dire per lei essere farmacista?

Sono titolare da vent’anni nella farmacia di famiglia, una farmacia con una storia e una tradizione da tre generazioni. Ho respirato anche in famiglia la passione per questa professione. Da parte mia, fin dai primi passi, mi sono resa conto che l’aspetto che più mi piaceva e mi dava entusiasmo era proprio il rapporto con il paziente e il far parte di una comunità. Era la comunità del mio quartiere, che già vent’anni fa si rivolgeva alla farmacia, con uno spirito di familiarità. Un po’ per carattere e un po’ per passione, la farmacia era già di servizio, ben prima della normativa: una farmacia del “prendersi cura”, in equilibrio tra fare impresa e fare professione. Per me fare professione significa mettersi a disposizione delle categorie fragili, di chi ha più bisogno. A questo si affianca l’esperienza del volontariato, che ho praticato fin da ragazzina. La possibilità di mettere la mia professionalità al servizio del volontariato mi e stata data dalla Fondazione Rava - N.P.H. Italia Onlus.

 

Come è nata la sua collaborazione con la Fondazione?

E nata dalla raccolta fondi promossa dalla fondazione in occasione del terremoto di Haiti nel 2010, per aiutare le popolazioni colpite. L’iniziativa si chiamava “Una farmacia per Haiti”, accolta da varie aziende e farmacie sul territorio. 

Dopo quell’esperienza decisi di andarli a trovare per capire come aiutarli e così sono nate una collaborazione e un’amicizia che durano da più di dieci anni, visto che da allora sono diventata volontaria per la fondazione. Sono stata ad Haiti nel 2013 quando la Fondazione ha allestito un progetto di farmacia ospedaliera per l’ospedale Saint Damien, Port-au-prince. Successivamente ho accompagnato i ragazzi che volevano fare una esperienza di volontariato internazionale nelle case della Fondazione, in tutti i Paesi del centro America, in questo caso facendo un lavoro da volontaria e non da farmacista.

 

C’è poi l’appuntamento annuale di “In farmacia per i bambini”, come è cominciata?

Data la mia esperienza, ho dato una mano per la realizzazione del progetto, che anno, in occasione della “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia”, il 20 novembre, raccoglie farmaci pediatrici da banco, prodotti baby-care, alimenti per l’infanzia, biberon, tettarelle e tutto quanto serve per la salute dei bambini, e li dona a enti che aiutano bambini in condizioni di disagio in Italia, ad Haiti e nei Paesi in via di sviluppo.

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