Presente nell'uscita: 8/25
La Medicina di genere (Mdg), o medicina genere-specifica, è un approccio che tiene conto delle differenze biologiche e socioculturali tra uomini e donne per personalizzare diagnosi, prevenzione, cura e riabilitazione. Attraverso la medicina di
genere è possibile la personalizzazione delle terapie farmacologiche con farmaci e dosaggio più adatti a ciascun individuo.
Per scoprire e approfondire questa branca della medicina e le sue opportunità abbiamo incontrato Marialuisa Appetecchia,
direttrice dell’U.O. di Endocrinologia oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena - IFO IRCCS di Roma e componente
dell’Osservatorio dedicato alla medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità, in rappresentanza di tutti gli IRCCS.
In che modo le differenze di sesso e genere influenzano la risposta ai farmaci?
Ricordiamo che il “sesso” è definito da un insieme di caratteristiche biologiche con le quali una persona nasce (cromosomi
sessuali, gonadi, genitali esterni, ormoni sessuali), mentre il “genere” si riferisce alle caratteristiche, definite socialmente, vale
a dire norme, ruoli, determinanti socioeconomici e culturali, relazioni tra individui definiti come uomini e donne. In molti casi,
il tipo e la dose di un farmaco prescritto per una data malattia possono essere diversi in funzione non solo del sesso ma anche delle differenze culturali e socioeconomiche presenti in individui di entrambi i sessi nella nostra società.
Che tipo di differenze?
Differenze importanti da considerare sono rappresentate dal peso, dalla età, dalla composizione corporea, dall’acidità gastrica,
dal tempo di svuotamento gastrico, dalla composizione del microbiota intestinale, dalla massa muscolare, dalla funzionalità
renale, dai diversi ormoni. Anche le variazioni farmacocinetiche - per esempio l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo
e l’eliminazione dei farmaci e farmacodinamiche, come l’interazione del farmaco con il corpo - possono differire tra maschi e femmine, influenzando l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti. A causa di un arruolamento insufficiente di femmine in tutte le varie fasi della sperimentazione, soprattutto negli studi di fase1 che valutano la dose massima tollerata, le dosi sono definite principalmente sul peso dell’individuo maschio. In aggiunta, durante la sperimentazione, raramente si tiene conto delle differenze derivanti dalla complessità della vita riproduttiva della donna, per esempio la gravidanza o l’allattamento, nonché, nella donna fertile, del ciclo mensile o, nella donna in menopausa, della terapia ormonale sostitutiva.