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Il sistema trasfusionale in Italia si basa su donazioni volontarie e non remunerate. Donare sangue è fondamentale per garantire la disponibilità di sangue per le trasfusioni necessarie a pazienti con diverse patologie e di farmaci emo e plasmaderivati. Chiunque abbia compiuto 18 anni, pesi più di 50 kg e goda di buona salute, previa valutazione medica, può donare. In Italia, i donatori di sangue sono sottoposti a controlli sanitari per garantire la sicurezza e la qualità del sangue. Abbiamo incontrato Vincenzo De Angelis, direttore generale del Centro Nazionale Sangue del ministero della Salute, per un focus di primaria importanza per la collettività, che ha alla base un gesto volontario, anonimo, gratuito, solidale e salvavita.
Perché è importante donare sangue?
Dobbiamo porre attenzione a un fatto molto semplice: la scoperta dei gruppi sanguigni e della trasfusione di sangue ha consentito e consente interventi sanitari che solo agli inizi del Novecento non si potevano neanche immaginare. Proviamo a pensare alle persone che conosciamo o di cui abbiamo sentito parlare che hanno ricevuto un trattamento chirurgico importante (di cardiochirurgia, per esempio) o una cura oncologica e oncoematologica, un trapianto, un trattamento per un trauma grave in emergenza. Ebbene, queste cure sono semplicemente impossibili senza un supporto costante, adeguato e sicuro di sangue, dei suoi componenti e derivati e senza una generosa popolazione di donatori di sangue.
Come vengono scelti i donatori?
Già dal 1975 l’Organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato agli Stati Membri di promuovere lo sviluppo sul proprio territorio di un Servizio trasfusionale nazionale basato sulla donazione volontaria e non remunerata. Questo nasce dalla considerazione che i più elevati livelli di sicurezza della trasfusione di sangue si raggiungono attraverso la donazione periodica, volontaria e non remunerata, proveniente da gruppi di donatori selezionati per le loro buone condizioni di salute e per il basso rischio di avere malattie trasmissibili con il sangue. Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato infatti che l’impiego di donatori occasionali e donatori remunerati comporta una più alta incidenza e prevalenza di infezioni trasmissibili attraverso la trasfusione di sangue rispetto all’impiego di donatori volontari non remunerati. Tutto ciò porta a riconoscere che la sicurezza trasfusionale richiede la creazione di una popolazione di persone a basso rischio, educate e fidelizzate alla donazione del sangue. Il donatore è quindi una persona sana, che non ha comportamenti a rischio per malattie infettive quali epatite e Aids, che non abusa di sostanze dannose alla salute e ha stili di vita coerenti con la salute.