Gli avanzamenti nelle procedure interventistiche che risentono della mancanza di adeguate strutture a sostegno, gli importanti progressi nelle terapie farmacologiche, gli albori dell’intelligenza artificiale in cardiologia. Di tutto questo, e di molto altro, parliamo con Francesco Saia, cardiologo interventista presso l’Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico Sant’Orsola, e presidente della Società italiana di cardiologia interventistica (Gise).
In qualità di neo presidente Gise, quali sono, nell’ambito della cardiologia interventistica, gli aspetti sui quali è più urgente lavorare e dei quali si occuperà durante il suo mandato?
Credo che un aspetto centrale riguardi la possibilità di aumentare l’accesso alla Tavi, acronimo di Impianto valvolare aortico transcatetere, che indica una procedura della cardiologia interventistica che consente l’impianto di una nuova valvola aortica per via percutanea. In linea con quanto raccomandato dalle linee guida europee, la Tavi è oggi la terapia di prima scelta per tutti i pazienti over 75, o a rischio cardiochirurgico alto proibitivo, in alternativa alla sostituzione della valvola aortica con intervento chirurgico tradizionale. Si tratta di una tecnica per il trattamento della stenosi valvolare aortica degenerativa, tipica patologia degli anziani, che offre enormi vantaggi ma che, per ragioni tecnico-organizzative, risulta sottoimpiegata.
In che senso?
Il numero di procedure Tavi ha oggi superato quello degli interventi in cardiochirurgia, ormai riservata solo ai pazienti molto giovani e a basso rischio chirurgico. Ma per l’ampliamento delle indicazioni, in molti centri assistiamo a un allungamento delle liste di attesa, con pazienti che non riescono ad accedere in tempo alle cure. La procedura infatti richiede tecnologie avanzate, l’impiego di device ad alto costo e la presenza di cardiochirurgie con team multidisciplinari, dei quali non tutte le strutture sono dotate. Pur disponendo delle conoscenze e competenze necessarie, non riusciamo a soddisfare il fabbisogno per motivi legati alle potenzialità delle strutture, al personale medico e anche agli aspetti economici.