Il fattore psicologico

Intervista a: Lara Bellardita

Presente nell'uscita: N.1/24

  • Data 18 marzo 2024
Lara Bellardita

Il fattore psicologico

Lara Bellardita è psicologa e psicoterapeuta, presso i Centri Psicologia Clinica di Milano, e da anni al fianco dei farmacisti con le sue attività formative. Tra i progetti più recenti per Edra la Scuola di alta formazione “Farmacia oncologica” e nella campagna “Non male!”, per Fenagifar, nell’ambito del progetto Farmacommunity. È specializzata nella gestione degli aspetti psicologici dell’affrontare una malattia cronica, senza trascurare il benessere mentale degli operatori sanitari che prestano ogni giorno aiuto e supporto ai malati. Compresi i farmacisti dietro al banco.

Ci può raccontare della sua formazione?

Mi sono laureata in Psicologia nel 1998 con una tesi sperimentale sul valore terapeutico  della danza. Nel 2000 con una borsa di studio del Programma Fulbright sono andata negli Stati Uniti. Nel 2003 mi sono specializzata in Psicologia applicata con indirizzo Lavoro e organizzazioni alla San Diego State University. Successivamente ho proseguito con un dottorato di ricerca in Psicologia clinica, con una tesi sulle relazioni tra aspetti psicologici e malattie cardiovascolari. 

Da qui nasce il suo interesse per il supporto di pazienti  con malattie croniche: possiamo approfondire?

Sì, proprio da questo progetto che ho seguito per il dottorato ho cominciato ad approfondire gli aspetti psicosociali che riguardano la relazione tra mente e funzionamento dell’apparato cardiovascolare. Su questo argomento c’è una notevole letteratura che mette in luce, da una parte, le connessioni tra caratteristiche psicologiche e un aumento di malattie cardiovascolari, dall’altra come un paziente con malattia cardiaca vive la sua condizione. Quindi una doppia influenza tra psiche e soma, tra mente e corpo. In seguito ho esteso questi concetti a contesti diversi, occupandomi di psicologia clinica applicata alla salute, in particolare nell’ambito cardiovascolare e oncologico. Dal 2004 lavoro in contesti sanitari occupandomi, attraverso la ricerca e l’assistenza, degli aspetti psicosociali della cura e, in particolare, di percezione soggettiva della malattia, processi decisionali, coping e resilienza, cambiamento negli stili di vita.

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