Presente nell'uscita: N. 7/24
La malattia di Crohn e la colite ulcerosa interessano nel mondo circa 7 milioni di persone, 250.000 in Italia; nella maggior parte dei casi giovani nel pieno della propria attività. Importante conoscerle per ridurre il ritardo diagnostico che le caratterizza. In occasione della Giornata mondiale delle Mici-Malattie infiammatorie croniche intestinali, che ricorre il 19 maggio, facciamo il punto su una condizione grave e invalidante, la cui diffusione è in costante aumento e per la quale permangono aree d’ombra relativamente all’efficacia delle terapie. Ne parliamo con Massimo Fantini, docente di Gastroenterologia presso l’Università degli studi di Cagliari, direttore della Sc di gastroenterologia della Aou di Cagliari e segretario generale dell’Ig-Ibd (Italian group for the study of Inflammatory bowel disease).
Che cosa sono le Mici?
Quando parliamo di Mici ci riferiamo principalmente a due distinte condizioni, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Esiste poi una forma più rara, che riassume le caratteristiche di entrambe. Tutte sono associate all’esistenza di un processo infiammatorio cronico a carico dell’intestino.
E le differenze?
La malattia di Crohn può interessare qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’ano. Presenta quindi un carattere di discontinuità che non si ritrova nella colite ulcerosa. Inoltre, può interessare anche zone non contigue del tratto gastrointestinale, intervallate da zone sane. Nel 30% dei casi la malattia di Crohn si localizza nell’ileo, nel 25-30% interessa solo il colon, e nei casi restanti si definisce sia ileale che colica. La colite ulcerosa nasce nella parte terminale del colon, ossia il retto, e può interessare tutto il colon fino all’intestino cieco, in modo continuo.
Quali cause le determinano?
Le cause sono riconducibili a un’alterazione del sistema immunitario; sappiamo che esiste un background genetico che ne aumenta il rischio, ma non è determinante per lo sviluppo delle patologie. Sappiamo, poi, che alcuni fattori ambientali hanno un ruolo importante nel determinare una sorta di “errore” del sistema immunitario, nella reazione alla presenza dei batteri normalmente presenti nel microbioma intestinale. Il sistema immunitario riconosce come nocivi quei batteri, presenti sulla superficie dell’intestino, che fino ad allora erano considerati innocui. Da qui la sua attivazione, e la produzione di infiammazione che determina ulcere e flogosi della mucosa intestinale, a sua volta causa della sintomatologia, espressione dello stato infiammatorio: dolore addominale, diarrea ed emissione sangue con le feci.